Ho scoperto il prosimetro

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Ho scoperto il prosimetro.

Fino a poco tempo fa, questo termine non era contemplato nel mio vocabolario.

L’ho scoperto casualmente parlando con una giovane studentessa che definiva prosimetro la Vita Nova di Dante.

Son curiosa di natura e mi son messa subito in ricerca. Il significato era chiaro: la prima parte della parola fa riferimento alla prosa, la seconda al metro, caratteristica della poesia; ma perché non conoscevo questo termine?

Ho realizzato che è termine antico, prosimetrum, ma ai mie tempi non si usava; il buon, vecchio Sapegno, di liceale memoria, non mi sembra lo riportasse e nemmeno i manuali che ho avuto in mano fino al Duemila; è tornato in uso  negli ultimi decenni.

La scoperta mi ha dato modo di poter definire meglio la struttura del mio ultimo lavoro DIARIO POETICO DI VIAGGI che è proprio un misto di prosa e poesia.

Dovrò approfondire meglio!

 

 

Il nuovo anno: 2023

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Questo nuovo anno

porta desideri del cuore

speranze in boccio

 

Questo nuovo anno

è ramo che rinverdisce

pieno di gemme

 

Questo nuovo anno

potrai riempirlo d’amore

potrai ricolmarlo di gioia

di amicizia sincera

 

I tuoi tanti pensieri

parleranno di bene

di bene parleranno

le tue tante parole

 

Al Bene all’Amore

all’Amicizia alla Vita

orienterai il tuo sentire

in questo nuovo anno

 

Vieni alla luce, ogni giorno!

https://www.youtube.com/watch?v=CjKxgpS_6wU&ab_channel=AmnerisMarcucci%26Bry

 

 

 

NOTO da Diario poetico di viaggi

 

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A Noto, “giardino di pietra”( così definito  dallo storico dell’arte Cesare Brandi) è dedicato il primo nucleo di Diario poetico di viaggi.

Un misto di prosa e poesia (prosimetro) scritto nel lontano 2002 e che ha visto la luce solo in questo 2022.

Mi piace condividere dei brevi video della presentazione del libro fatta qui in Assisi presso la libreria Mondadori Point.

Mi ero recata a Noto per seguire mia figlia Elisa che cantava in Nozze di Figaro.

Per me  il viaggio a Noto ha segnato l’emozione della prima volta in Sicilia, della prima volta in aereo nel viaggio di ritorno.

 

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“Ho scoperto, finalmente,

un palazzo barocco sul serio.

Su una strada in leggera pendenza,

due piani che diventano tre.

… (Tratto da Diario poetico di viaggi)

 

Viaggio a Noto 1: https://www.youtube.com/watch?v=OPikWHEpvhY&t=3s&ab_channel=AmnerisMarcucci%26Bry

 

Viaggio a Noto 2: https://www.youtube.com/watch?v=GvKe6SC2bFs&ab_channel=AmnerisMarcucci%26Bry

 

Viaggio a Noto 3: https://www.youtube.com/watch?v=dR9BKUWA-iA&t=12s&ab_channel=AmnerisMarcucci%26Bry

 

DIARIO POETICO DI VIAGGI  è pubblicato con la BERTONI EDITORE

DIARIO POETICO DI VIAGGI

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Un DIARIO POETICO in cui poesia e prosa si mescolano; delle istantanee di viaggi fatti nel tempo; nove luoghi legati alla memoria, al cuore, legati al mio vizio di scrivere,  quando mi sento ispirata.

In un momento in cui non era possibile viaggiare ed ero nella più totale inattività, su consiglio di una cara amica scrittrice, ho ripreso in mano i miei appunti di viaggio, le poesie sgorgate di getto da quei  momenti speciali ed è stato come tornare a viaggiare.

Ho rievocato persone e luoghi, ho riascoltato sussurri, voci e rumori; tra agende, quadernetti e fogli sparsi ho ritrovato il mondo di piccoli viaggi. È stato un punto di ripartenza, perché il bello che c’era, c’è ancora per essere guardato con occhi nuovi, con cuori nuovi, provati ma arricchiti.

Vi trasporteranno, le parole, in luoghi pieni d’incanto: Noto, Cinque Terre, il Parco nazionale del Circeo, Paestum e la Costiera Amalfitana, Ostia Antica, Vetulonia e Populonia, Bellamonte in Val di Fiemme, Alba Adriatica, Tressi, Molino di Forzo e Forzo nel Parco del Gran Paradiso.

DIARIO POETICO DI VIAGGI è pubblicato con la Bertoni Editore

FRATE JACOPA

Frate Jacopa - Amneris Marcucci

FRATE JACOPA  Sulle tracce della nobildonna romana amica di san Francesco

di Amneris Marcucci  Edizioni Porziuncola

 

Il titolo avrebbe potuto benissimo essere “Sull’amicizia” perché proprio di una grande amicizia parla questo snello lavoro: quella tra Francesco di Assisi e la nobildonna romana Jacopa dei Settesoli, frate Jacopa come la chiamava lui

Non sappiamo di preciso quando fiorì questo legame ma sappiamo che fu profondo.

La casa di Jacopa molto probabilmente divenne un punto di riferimento per Francesco e i suoi frati quando si recavano a Roma; la nobildonna, prendendosi cura di loro ne assimilava l’esempio di amore fraterno, umiltà, obbedienza alla Chiesa.

Quando fu vicina sorella Morte, Francesco desiderò che Jacopa fosse lì con lui e lei arrivò prima ancora che fosse spedita la lettera in cui era richiesta la sua presenza.

Come riporta la quarta di copertina “L’intento dell’autrice è chiaro: introdurre il lettore alla conoscenza di Jacopa, ripercorrendo la sua vicenda umana e spirituale, senza tralasciare un attento studio delle fonti; un itinerario che diventa anche un pellegrinaggio attraverso Santa Maria degli Angeli, Roma, Assisi, Cortona… Un invito a ripercorrere i suoi passi per rendere attuale, nei nostri giorni, la sequela di Cristo nello “stile” di Francesco di Assisi.”

Il lavoro è snello, articolato in quattro capitoli  più un’appendice in cui sono riportate fonti e documenti.

INTERVISTA  a L’ORA SOLARE, TV2000

A San Damiano

A San Damiano, il dieci agosto,

per il beato Transito di Chiara.

 

Non so dirvi la pace

del discendere, al tramonto,

verso San Damiano

tra la quiete di una natura

canora.

 

Non  so dirvi la pace

dello star lì, seduta

sul secondo gradino

davanti all’altare

all’aperto.

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Non so dire la pace,

l’armonia del silenzio,

delle parole, del canto,

sotto un cielo che si andava

azzurrando.

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… e lo sguardo rivolto

su in alto a una porta

luminosa e fiorita,

 

Che silenzio e che vista

al risalir nella notte!

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ORSO DOLCE

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ORSO DOLCE

Era suonata la campanella che segnalava la fine dell’intervallo in quell’ala distaccata del Liceo.

Mi avvicinai alla porta della classe; era aperta; c’era uno strano silenzio; non c’era nessuno.

Dove erano finiti gli alunni? Mi misi alla ricerca di un bidello, lo trovai.

«Mi scusi, ma sa dove sono andati i ragazzi della seconda D?»

«Mi sembra di averne visti alcuni che andavano nell’aula in fondo», rispose, « quella della terza.»

Inquieta per il tempo che stavo perdendo, a passo veloce percorsi il corridoio, bussai.

La porta si spalancò e tanti visi sorridenti mi accolsero: «Sorpresa!» gridarono in coro i ragazzi; brillavano i loro gli occhi e a me, muta e stupita, più mani consegnarono un grosso pacco colorato con un bel fiocco.

Un attimo di disorientamento: «Ma, ragazzi…», iniziai a dire ; mi interruppero, «È per la sua bambina!»

«Vi ringrazio di cuore, ragazzi, ma non posso accettare perché …» non fui in grado di proseguire, la commozione mi sopraffece e invano girai indietro il volto, nel tentativo di nascondere l’emozione; le lacrime iniziarono a scorrere; si erano ammutoliti i ragazzi ed erano diventati seri.

Ci fu uno che prese coraggio: «Lo deve accettare, Prof, non è per lei, deve solo portarlo alla piccolina, a nome nostro, come buon augurio per l’intervento!»

Ero commossa, stupita per questo gesto d’affetto, non riuscivo a parlare; mi ero ritrovata tra le mani questo pacco grande e leggero e non ebbi  cuore di rifiutarlo; era un gesto d’amore.

Cercai, con fatica, di riprendere un po’ del mio sangue freddo; pensai alle tante cose da fare perché il programma procedesse bene anche in mia assenza e, amabilmente, richiamai i ragazzi all’ordine:

«Io non ho parole! Ringraziate le vostre famiglie! Ora in classe, senza far chiasso per il corridoio, nelle altre aule c’è lezione » e, rivolgendomi a quelli del terzo a cui non insegnavo più, aggiunsi: « a voi un grazie speciale!»

L’emozione era stata tanta e si attenuò lo scrupolo per aver accettato quel dono alla vigilia di una non facile assenza.

I ragazzi sapevano che, prima o poi, sarei andata in permesso per portare mia figlia ad operarsi in un grande ospedale del Nord, specializzato negli interventi alla mano; non c’era una data fissata; come si fosse liberato un posto, ci avrebbero chiamato. Proprio in quei giorni, a ottobre inoltrato, era arrivata l’attesa telefonata.

L’orario mi permetteva, in quel giorno, di andare a riprendere mia figlia a scuola.

C’erano dei gradini davanti all’ingresso. Attesi lì, in fondo, con in mano il grande pacco. La Piccola mi corse incontro, sorridente tra i suoi riccioli d’oro; prese il pacco senza dire nulla e volle scartarlo lì, sulle scale.

«Aspetta che ti aiuto!»

«Faccio da sola, mamma!» Rispose radiosa.

Armeggiò con la mano sinistra, strappò la carta e, dall’involucro, venne fuori un grande peluche:

«Che bello!» Gridò felice, « È morbido morbido! È un orso dolce!»

 

FESTA DI SANTA ANGELA

 

 

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La prima festa di Santa Angela

L’ampio stralcio  è tratto da un mio articolo pubblicato anni fa  sulla Rivista Il Cantico 

 

Santa Angela l’ho “incontrata” per la prima volta tanti anni fa ( forse nel ’91) quando, ancora Beata,  protetta da una teca di cristallo speciale, era stata portata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e poi in  Assisi a San Francesco. Non la conoscevo se non di nome questa figura di donna speciale e nemmeno ora posso dire di conoscerla, mi ci sono avvicinata  solo un pochino di più.

Nobildonna folignate, ricca, bella, gaudente, sposata, madre di più figli, Angela (1248-1309) nella piena maturità, a circa 37 anni, inizia un cammino di conversione e di penitenza sulle orme del Poverello di Assisi.

Benedetto XVI, nell’udienza del 13 ottobre 2010, parlando dei fattori che hanno inciso sul mutamento radicale di Angela dice: “Alcuni avvenimenti, come il violento terremoto del 1279, un uragano, l’annosa guerra contro Perugia e le sue dure conseguenze incidono nella vita di Angela, la quale progressivamente prende coscienza dei suoi peccati, fino ad un passo decisivo: invoca san Francesco, che le appare in visione, per chiedergli consiglio in vista di una buona Confessione generale da compiere: siamo nel 1285, Angela si confessa da un Frate a San Feliciano. Tre anni dopo, la strada della conversione conosce un’altra svolta: lo scioglimento dai legami affettivi, poiché, in pochi mesi, alla morte della madre seguono quelle del marito e di tutti i figli. Allora vende i suoi beni e nel 1291 aderisce al Terz’Ordine di San Francesco.”

Il frate confessore di cui si parla è molto probabilmente il  Fra Arnaldo che divenne suo direttore spirituale ed estensore  del “Memoriale”, parte del “Liber”, che ci conserva l’esperienza straordinaria di questa Santa.

Attorno ad Angela, che aveva fatto la scelta di restare nel mondo come Terziaria francescana, si creò un cenacolo di persone come lei  seguaci di San Francesco  nella via dell’umiltà, della povertà, della carità.

Il suo percorso spirituale ci è narrato, come già detto, da Fra Arnaldo  che raccoglie la testimonianza dalla viva voce di Angela e la trascrive o meglio la traduce in un latino abbastanza semplice e lineare.

Sono trenta i passi di questa esperienza di perfezione  dal momento del suo ritorno a Dio fino alle più alte sfere della vita mistica.

Attingendo ancora da Benedetto XVI possimo dire che ” Nell’itinerario spirituale di Angela il passaggio dalla conversione all’esperienza mistica, da ciò che si può esprimere all’inesprimibile, avviene attraverso il Crocifisso. È il “Dio-uomo passionato”, che diventa il suo “maestro di perfezione”. Tutta la sua esperienza mistica è, dunque, tendere ad una perfetta “somiglianza” con Lui, mediante purificazioni e trasformazioni sempre più profonde e radicali. In tale stupenda impresa Angela mette tutta se stessa, anima e corpo, senza risparmiarsi in penitenze e tribolazioni dall’inizio alla fine, desiderando di morire con tutti i dolori sofferti dal Dio-uomo crocifisso per essere trasformata totalmente in Lui … Dalla conversione all’unione mistica con il Cristo crocifisso, all’inesprimibile. Un cammino altissimo, il cui segreto è la preghiera costante.”

Solenni sono state le celebrazioni, tanti i fedeli che sono accorsi ad omaggiare la nuova Santa folignate.

Ho chiesto ad un’ amica Terziara che ha partecipato alla Santa Messa delle 10  di parlarmi un po’ dell’atmosfera che si respirava, delle sensazioni che ha provato in un momento così particolare; mi ha detto che era seduta proprio vicino all’urna, dove riposa il corpo di S. Angela e la sua presenza l’aveva sentita viva per l’intera celebrazione e ogni tanto il suo sguardo si posava su di Lei e la sua mente ha lavorato in continuazione, non ha avuto un attimo di riposo: domande, sensazioni, riflessioni; ve ne riporto alcune direttamente dalla sua viva voce:

“Io vicino ad una grande donna che ha sfidato i secoli: che emozione! Che gioia! È difficile trovare le parole adatte che riescano a trasmettere veramente il mio stato d’animo  e quello che il mio cuore suggerisce!

Mille domande, mille riflessioni hanno affollato la mia mente ma una in particolare mi assilla e desidera cercare una risposta: “Com’è possibile che l’insegnamento di questa donna sia giunto fino a noi?” Forse Angela si è affidata completamente, si è resa disponibile al mistero, ha saputo accogliere e far posto alla contemplazione, all’adorazione, alla preghiera profonda e tutto ciò l’ha resa immortale.

 Ho scoperto con meraviglia e stupore una donna del mio tempo così vera, così attuale, così vicina, così umana e allo stesso tempo così mistica. Mi è sembrato di comprendere ancora di più quanto il nostro Dio ci ami e come l’incontro con il Suo Amore riesca a trasformare piano, piano, a tappe e poi radicalmente la nostra vita.

Angela si è lasciata modellare, ha permesso al Signore di entrare nel profondo del suo cuore e di sconvolgere la sua vita sociale ed interiore cambiando radicalmente. Il suo cammino verso Dio è iniziato tardi ma è avvenuto con una profondità straordinaria. Con il suo esempio di vita, Lei ci insegna che Dio viene nell’imprevedibilità e quando incontra l’uomo, lo prende totalmente, lo rapisce facendolo sprofondare nell’abisso dell’Amore.

Angela mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire che nulla viene a caso per un cristiano, il Signore si può incontrare in ogni momento, in ogni occasione, in ogni sofferenza, in ogni fratello, in ogni cosa, anche una serie di eventi, circostanze possono condurti a Lui. Come S. Francesco d’ Assisi  Angela guardava il creato come manifestazione più evidente di Dio. La vita di Angela, la sua conversione è per me un invito alla speranza per noi piccoli uomini e donne sempre alla ricerca e sempre in cammino e S. Angela ci insegna che con la preghiera e la fede arriveremo alla vetta agognata la luce. Durante la celebrazione ogni tanto volgevo il mio sguardo verso il corpo di S. Angela ed ho notato , poco distante da Lei, un bellissimo presepe. Questa disposizione non mi è sembrata casuale  ma è stato un modo per dirci se seguite il mio insegnamento vi condurrò verso l’ Altissimo. Angela, quindi, mi è apparsa come  la stella cometa luminosa e brillante che ha condotto i pastori alla capanna . Lei è la Stella che condurrà anche noi in quella Santa Capanna.”

La Celebrazione, presieduta dal Padre Provinciale Bruno Ottavi, è stata solenne.

Questa mattina, domenica 5 gennaio, ho deciso di andare sul presto a Foligno, proprio nella Chiesa dove è custodito il corpo di Santa Angela (mi vien sempre di dire Beata).

Il cielo è scuro ma ancora non piove, il Rosario accompagna il mio percorso in macchina. Parcheggio e per strade conosciute (ho insegnato tanti anni fa allo Scientifico di Foligno) arrivo alla Chiesa di San Francesco, Santuario di Sant’Angela. È in penombra l’interno, a sinistra sull’altare un’ urna con dentro la Santa e davanti una cascata di fiori molto vicini all’inginocchiatoio. C’è solo una persona immersa nella preghiera del Breviario, seduta proprio lì davanti all’urna, penso sia un sacerdote. Mi inginocchio ed inizio a pregare e Le chiedo di intercedere per le  tante situazioni di difficoltà  che coinvolgono i miei cari, gli amici, i conoscenti; le raccomando in modo speciale anche i Terziari Francescani e il Terz’Ordine tutto, Lei sa! Un pensiero per il Santo Padre, per i Sacerdoti… un lungo elenco che Lei già conosce. Iniziano ad arrivare alcune persone e scopro che si può andare vicino all’urna della Santa passando sul retro dell’altare; due scalini, uno spazio di sosta dietro l’urna, la possibilità di toccarla con la mano; mi colpisce una piccola foto messa lì sicuramente per impetrare una grazia.

Sul retro di un’ immagine, che ritrae la Santa con un Angelo, una preghiera del Vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi.

Quando esco piove. Le strade sono ancora deserte; in piazza San Domenico sono investita da raffiche di vento che intensificano l’effetto della pioggia. Proseguo a fatica; vicino ad un’edicola, in cui cerco invano lo speciale su Angela pubblicato dalla Gazzetta di Foligno; vedo un taxi, dopo breve attesa arriva il conducente, chiedo se può riportarmi al parcheggio dove ho la macchina; mi fa salire davanti e, una volta arrivati, non vuole nulla per la corsa, un gesto veramente gentile; ho solo potuto dirgli quello che dicevano i nostri vecchi: “Il Signore la ricompensi!”.

Per il pomeriggio avevamo fissato l’incontro di Fraternità, della nostra piccola Fraternità Frate Jacopa; ebbene abbiamo parlato di Santa Angela da Foligno leggendo anche dei brani tratti dal libro di Domenico Alfonsi ” La figlia dell’estasi” che avevo ricercato e ritrovato tra i miei libri.

 

 

 

 

 

PRIMULE E CARRI ARMATI: presentazione

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La presentazione di Primule e carri armati alla Biblioteca G.Carducci di Città di Castello è stato un momento di intensa gioia.

L’avevo pensata come un omaggio alla mia Città natale, da fare in modo itinerante nei luoghi del romanzo, ma, con questa modalità, diventava di difficile realizzazione,  visti i tempi, tra mascherine, distanziamenti e rischio assembramenti.

Sono stata in ansia anche per il brutto tempo; acqua a scrosci e grandine, ma poi il cielo si è aperto  e verso San Secondo c’era addirittura un doppio arcobaleno sulla destra.

Parcheggiata la macchina fuori le mura, ho subito visto un’amica di scuola e mi si è aperto il cuore; fatti duecento metri, un altro amico con cui ho trascorso il tempo delle  Medie e  del Liceo; non appena entrata, una carissima amica d’infanzia con un bouquet di fiori; poi tanti occhi che mi sorridevano, alcuni volti difficili da identificare sotto quella mascherina; c’erano anche i miei cari e questo ha aumentato la mia gioia.

Eravamo tutti contenti di essere lì, di esserci ritrovati dopo tanto tempo. La Biblioteca era accogliente, la sala bella, luminosa  con una speciale vista sui tetti della Città. Un ricordo è riaffiorato di quando ragazzi facevamo ginnastica proprio in un salone di questo storico palazzo.

L’amica scrittrice Viviana Picchiarelli ha condotto l’incontro in modo professionale e familiare insieme, con vivacità, con cordialità, riuscendo a far affiorare la genesi complessa del romanzo, i problemi e le aspettative  dei giovani protagonisti, il travagliato momento storico.

Per le letture ci siamo affidati a mia figlia Elisa che ha ben interpretato i brani scelti ed ha anche  improvvisato  un simpatico fuori programma.

Tutto piacevole, bello anche se a tratti velato un po’ di nostalgia, di tristezza per chi mi manca.

Metto un po’ di foto perché siano a ricordo di questo momento speciale; grazie a Isabella, Valeria, Viviana e Damiano per averle scattate e avermele inviate.

 

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